Ritratto Augusto Barichello By Lenny Pellico per Mario Cucinella Architects
In che modo è avvenuto il suo avvicinamento al BIM?
La mia carriera da architetto è iniziata coi tecnigrafi, il massimo della tecnologia a cui avevamo accesso era il goniometro elettronico incorporato alle squadre.
Il passaggio dalla carta ai software per il disegno tecnico è stato per noi una vera e propria rivoluzione. L’avvento del BIM ha portato la progettazione tridimensionale alla progettazione parametrica, che ho approcciato con Revit. L’avanguardia e la complessità dell’architettura contemporanea è stata raggiunta esclusivamente tramite il BIM, grazie al quale le verifiche di fattibilità di progetto diventano sempre più precise e accurate.
Conosceva già la piattaforma BIMobject?
Si la conosco, i miei colleghi che abitualmente disegnano in Revit la utilizzano molto. È sicuramente la piattaforma di riferimento sia per quantità che per qualità di contenuti, consiglio ovviamente di continuare ad arricchire la libreria. A causa della mancanza di oggetti BIM reali sviluppati dalle aziende produttrici, molti studi di architettura sono costretti ad incaricare personale alla modellazione di ogni singolo oggetto. Averli già a disposizione è sicuramente utile per essere competitivi nei tempi di esecuzione.
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Com’è cambiato il suo modo di progettare durante la pandemia?
Il rapporto con le persone manca, anche se, seguendo attualmente il cantiere di Torre Unipol Sai, non ho sentito molto il peso della distanza nel contesto lavorativo, in quanto gestivamo già la connessione tra colleghi in tutta Italia.
Per quanto riguarda la progettazione e la creatività, essere seduti attorno ad un tavolo è di vitale importanza. Se hai un dubbio ti puoi confrontare, il rapporto con i colleghi è necessario per evolversi e crescere. Ad ogni modo, con le dovute accortezze, credo che sia un modello perseguibile nel futuro.
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Qual è secondo lei la maggior difficoltà che riscontra un architetto utilizzando la metodologia BIM?
Per esperienza e natura professionale estremamente tecnica, posso dire che mancano professionisti specializzati nella modellazione parametrica. Il progettista deve avere un minimo di conoscenza della costruzione. Esistono delle gerarchie, una parete a secco non vince su un muro in calcestruzzo. Un limite importante è quindi l’impossibilità di progettazione libera. Viceversa, la progettazione bidimensionale è meno dettagliata ma estremamente utile per dare sfogo alla creatività.
In termini di sostenibilità, quanto può essere d’aiuto la metodologia BIM?
Il parametrico ti permette di progettare forme molto più complesse, puoi creare delle geometrie utili a compensare il consumo energetico durante l’intero ciclo di vita dell’edificio. Sostenibilità e riciclabilità dei materiali sono a scelta del progettista.
Le imprese stesse costruiscono seguendo la metodologia BIM, in questo modo a livello di manutenzione, essendo ogni oggetto BIM identificato, attraverso il software di facility management si riesce a monitorare il suo stato durante l’intero ciclo di vita. Si ricevono oltretutto segnali d’allarme in caso di incendio o di guasto.
Per progettare e costruire edifici dalle forme così complesse, quanto fate affidamento sulla metodologia BIM?
La Torre Unipol Sai è caratterizzata da una struttura estremamente complessa. La fattibilità di realizzazione è strettamente legata alla progettazione parametrica. La metodologia BIM risulta avere valenza sia progettuale che costruttiva.
Torre Unipol Sai - render altezza uomo di Engram Studio per Mario Cucinella Architect
Per la costruzione della Torre Unipol Sai, in cantiere ogni giorno lavorano topografi con il compito di comunicare coordinate su tre assi per poter posizionare ogni singola componente costruttiva. Le coordinate sono basate sul modello BIM che è stato realizzato.
Lo strutturista posiziona le carpenterie principali, successivamente su esse si posizionano le carpenterie secondarie, le facciate e infine le cellule di facciata che seguono aggiustamenti dell’ordine più o meno di 15 millimetri. Si evince che se non si avesse alle spalle una progettazione così avanzata, non si riuscirebbe a trovare la giacitura corretta di tutti gli elementi. I due core in calcestruzzo hanno una componente strutturale oltre che distributiva.
L’elemento più complesso è la struttura primaria delle aste di diagrid. La particolarità è che ai nodi di incrocio dei diagrid corrisponde il nodo di apprensione della porzione di facciata. La nostra facciata è costituita da rombi di altezza 25 metri e larghezza 9 metri. La facciata è per noi un cantiere verticale. I carpentieri montano tutte le assi di ciascun rombo. Successivamente la gru di cantiere solleva e va a posizionare in un punto preciso la porzione di facciata, che viene successivamente bloccata in un perno singolo e con delle bielle e delle chiavi di taglio, in modo da assorbire i movimenti del vento, le depressioni e ogni modifica strutturale derivante da agenti atmosferici. Il carico della facciata grava in un punto solo del diagrid. Una costruzione di questa complessità può essere gestita solo attraverso una progettazione parametrica e un modello BIM.
Torre Unipol Sai - render aereo by Engram Studio per Mario Cucinella Architects
Le aziende che vi forniscono i materiali da costruzione utilizzano la metodologia BIM?
Si, le aziende che collaborano con lo studio Mario Cucinella Architects sono tutte aziende che abitualmente usano la metodologia BIM. E’ un dato di fatto, le aziende che non si tengono al passo coi tempi, rischiano sempre più di essere tagliate fuori. Ovviamente esiste tuttora un mercato legato alla progettazione tradizionale, ma sicuramente non ci si può spingere troppo oltre e in questo modo non si partecipa all’innovazione. Il BIM ti aiuta a progettare consapevolmente e a rispondere alle esigenze del momento. La regola più importante è sfruttare al massimo le potenzialità dell’edificio. Ogni elemento è studiato affinché si ottimizzi lo spazio.
Anni fa si parlava della metodologia BIM come “il futuro dell’edilizia”, oggi è sicuramente parte integrante del nostro presente. A che livello siamo realmente secondo lei? E cosa immagina per il futuro del nostro settore?
Assolutamente si, come ormai tutti sappiamo gli appalti pubblici sono obbligatoriamente gestiti in BIM.
(DM MIT n.560 del 1.12.2017 “per i lavori complessi relativi a opere di gare pari o superiore a 15 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2021”). Anche per una ragione gestionale, il modello parametrico è decisamente dedicato al controllo della vita dell’edificio. L’evoluzione è stata piuttosto rapida, ovviamente non tanto quanto lo sviluppo dei software. Devo dire però, che le imprese si sono date da fare e in meno di un decennio hanno fatto diversi passi avanti.
Alla domanda cosa immagino per il futuro, molto semplice, noi come studio stiamo già progettando un prototipo di abitazione in stampa 3D, con la terra cruda.
Le stampanti 3D sono in grado di riprodurre murature con rilevanza statica e di isolamento. Il futuro è questo e l’unico modo per accedervi è attraverso la progettazione parametrica, quindi con la metodologia BIM.
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E cosa immagina per il futuro del nostro settore?
(DM MIT n.560 del 1.12.2017 “per i lavori complessi relativi a opere di gare pari o superiore a 15 milioni di euro a partire dal 1° gennaio 2021”). Anche per una ragione gestionale, il modello parametrico è decisamente dedicato al controllo della vita dell’edificio. L’evoluzione è stata piuttosto rapida, ovviamente non tanto quanto lo sviluppo dei software. Devo dire però, che le imprese si sono date da fare e in meno di un decennio hanno fatto diversi passi avanti.