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Cosa intende realizzare la COP
Circa 30.000 delegati, tra cui leader mondiali, scienziati e attivisti climatici, si sono riuniti a Glasgow tra il 31 ottobre e il 12 novembre per discutere dei progressi e delle sfide che devono affrontare nel soddisfare gli impegni concordati nell'ambito dell'Accordo di Parigi sul clima.
Tra i temi oggetto di discussione alla COP26 vi erano il passaggio all'energia rinnovabile, la cessazione della deforestazione, la riforestazione così come la ricerca di modi per finanziare tecnologie verdi.
Perché la COP ha bisogno di una giornata dedicata al settore edile
Alla COP26 un'intera giornata è stata dedicata alla discussione su come accelerare il processo di decarbonizzazione del settore edile. Ma perché? Oltre al contributo sostanzioso del settore all'emergenza climatica, l'edilizia rientra nella maggior parte dei piani nazionali in ambito azioni per il clima. Analizziamo la questione:
Ciascuna parte coinvolta nell'Accordo di Parigi è tenuta a istituire un Contributo determinato a livello nazionale (NDC) e ad aggiornarlo ogni cinque anni. Delle 186 parti: 136 menzionano gli edifici, 53 includono l'efficienza energetica degli edifici e 38 richiamano i codici energetici degli edifici.
È quindi necessario compiere sforzi congiunti. La grande richiesta di risorse naturali da parte del mondo delle costruzioni contribuisce all'accelerazione del cambiamento climatico e gli edifici inefficienti e insalubri hanno un impatto negativo sulla salute e sul benessere. È difficile da accettare, ma come illustrato in 'Sostenibilità: la chiave del futuro per far aumentare le prescrizioni dei tuoi prodotti', non possiamo ignorare il problema ancora per molto.
In che modo il settore edile contribuisce alla crisi climatica
Poiché la popolazione globale continua a crescere ad un tasso dell'1,1% annuo, si stima che, da qui al 2050, dovranno essere costruite 13.000 abitazioni al giorno per soddisfare le richieste a livello mondiale. Costruire abitazioni per le persone è senz'altro un'ottima cosa, ma il problema è come costruiamo:
- Gli edifici e l'edilizia sono responsabili del 39% delle emissioni di energia e di CO2 correlate al processo edilizio e del 36% del consumo energetico finale, riporta l'Agenzia internazionale per l'energia (UN e IEA).
- La stessa fonte dichiara che la produzione di materiali da costruzione e di prodotti come acciaio, cemento e vetro costituisce l'11% delle emissioni.
- Un massiccio 28% delle emissioni globali dovute all'energia degli edifici deriva dalle emissioni operative (energia utilizzata per riscaldare, raffreddare e illuminare gli edifici).
L'impatto del mondo delle costruzioni sul cambiamento climatico va oltre la semplice costruzione degli edifici: sta cambiando in modo radicale il nostro stile di vita. Ma nonostante questi dati negativi, abbiamo l'opportunità di cambiare la traiettoria della CO2.
Ma prima di prendere in esame la soluzione, torniamo alla COP26.
Principali accordi presi, e temi discussi alla COP26
Il primo grande accordo preso alla COP26 è stato quello di invertire il trend e porre fine alla deforestazione e al degrado del suolo entro il 2030. Numerosi gli altri temi trattati alla COP26. A seguire un riepilogo dei 5 più importanti:
1. Race to Zero
1049 città e amministrazioni locali hanno aderito all'iniziativa Race to Zero. Questa è una campagna globale volta a raccogliere il sostegno di leader, imprese, città, regioni e investitori per un piano di recupero sano e resiliente a zero emissioni di carbonio che elimini le minacce future, crei posti di lavoro dignitosi e sblocchi una crescita inclusiva e sostenibile. La speranza è che i soggetti interessati inizino i loro progetti mettendo il programma zero emissioni al primo posto, invece di modificare i progetti in una fase successiva per raggiungere tale obiettivo.
2. Clean Construction Action Coalition (CCAC)
Inaugurato alla COP26, il CCAC comprende 11 aziende del settore dell'architettura, dell'ingegneria e dell'edilizia (AEC) e cinque città della rete C40: Budapest, Los Angeles, Oslo, Città del Messico e San Francisco. La coalizione mira a riunire competenze e soluzioni da diverse aree della catena del valore della costruzione. Questo con il fine di realizzare l'impegno del C40 di dimezzare le emissioni del settore globale dell'ambiente costruito entro il 2030 per abbassare e mantenere il riscaldamento globale a 1,5 gradi.
3. Eliminazione graduale dell'energia a carbone
C'erano grandi speranze che le nazioni rappresentate al COP26 si sarebbero accordate sull'eliminazione graduale delle centrali elettriche a carbone. La decisione ha portato a una graduale riduzione dell'energia da carbone non consumata e all'eliminazione graduale delle sovvenzioni ai combustibili fossili per ridurre i danni ambientali.
Le implicazioni per il settore edilizio potrebbero essere diverse. Il carbone fornisce oltre un terzo della produzione globale di energia elettrica e svolge un ruolo fondamentale nella produzione di acciaio, cemento e vetro. È fondamentale che le alternative sostenibili e convenienti all'energia a carbone siano progettate in modo da prevenire la carenza di materiali e l'aumento dei costi.
4. Riduzione delle emissioni di gas a effetto serra diversi dall'anidride carbonica
È stato richiesto alle nazioni di intraprendere ulteriori azioni per ridurre le emissioni di gas serra come il metano entro il 2030. Il metano è stato intenzionalmente menzionato in quanto ha una potenza di riscaldamento 80 volte superiore a quella dell'anidride carbonica.
Tuttavia, l'energia del metano è comunemente usata per alimentare motori e turbine, poiché produce più energia per massa di qualsiasi altro combustibile fossile. Quindi, perché le nazioni rispettino la loro missione di ridurre le emissioni di metano, deve essere implementata una fonte di energia più pulita per alimentare le fabbriche che producono materiali edili come vetro e acciaio.
5. Digitalizzazione, innovazione e gemelli digitali
Lo sviluppo sostenibile tramite l'innovazione digitale è stato un argomento importante trattato alla COP26: Si è messo più volte l'accento sull'importanza delle città, delle regioni e del mondo delle costruzioni, nonché la tecnologia del gemello digitale. Un gemello digitale è un modello virtuale che è stato accuratamente progettato per riflettere un oggetto fisico ed è considerato un "grande portatore di rinnovamento" per le città a zero emissioni.
Il BIM può migliorare lo sviluppo sostenibile?
Quello che è stato evidenziato durante la COP26 e che è necessaria una maggiore enfasi sulla collaborazione e sulla razionalizzazione dei processi se noi, come settore, vogliamo raggiungere l'obiettivo emissioni zero entro il 2050. Sebbene il BIM (Building Information Modelling) non sia l'unica soluzione per realizzare città sostenibili e società resilienti, è comunque una parte molto importante di tale strategia. Oltre a migliorare la produttività generale nell'edilizia, il BIM aiuta a:
1. Prendere decisioni in ambito progettazione ecosostenibile
L'implementazione della sostenibilità nei progetti edilizi richiede un'analisi più dettagliata. Fortunatamente, il BIM rende molto più semplice ottenere una visione d'insieme e salvaguardare le decisioni di progettazione sostenibile.
Ogni progetto BIM necessita di oggetti BIM. Queste riproduzioni digitali ricche di informazioni sui prodotti contengono dati essenziali che vanno dalla geometria al consumo energetico fino alle etichette ecologiche, offrendo agli architetti, agli ingegneri e ai progettisti le informazioni necessarie per realizzare progetti "ecologici". Creare e fornire oggetti BIM elimina la frustrazione dovuta alle dispendiose ricerche di informazioni e rende più facile per i progettisti includere i tuoi prodotti nei loro progetti sostenibili. Ciò rappresenta una vittoria sia per i produttori, che per gli specificatori, ma anche per il pianeta.
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2. Ridurre la sovrapproduzione e gli sprechi
La Commissione Europea ha reso noto che i rifiuti da costruzione e demolizione (CDW) rappresentano più di un terzo di tutti i rifiuti prodotti nell'UE. Infine: la sovrapproduzione di materiali da costruzione, i ritardi e gli errori contribuiscono allo spreco e alla pressante questione della carenza di materie prime.
La gestione circolare dei rifiuti è (o dovrebbe essere) un dato di fatto. Ma in che modo il BIM può ridurre la sovrapproduzione e gli sprechi? Si tratta di prevenire gli errori prima (e durante) la fase di costruzione. Il Building Information Modelling fornisce ai professionisti le informazioni necessarie per rilevare le interferenze, calcolare quantità precise di materiali edili e migliorare la coordinazione in loco.
3. Prevedere le esigenze di manutenzione prolunga la vita utile dell'edificio
Le innovazioni in campo di sostenibilità non si limitano ai nuovi edifici o alle fasi di progettazione e costruzione. Considerando che l'80% del patrimonio edilizio previsto per il 2050 esiste già (McKinsey), dobbiamo prendere in considerazione il funzionamento, il recupero e lo smantellamento. Il BIM è uno strumento importante per la ristrutturazione e la riqualificazione degli edifici esistenti.
L'accesso rapido alle informazioni e una migliore archiviazione dei dati consentono ai proprietari e ai responsabili delle strutture di avere una visione più approfondita del funzionamento dell'edificio e delle future esigenze di manutenzione. È possibile pianificare importanti programmi di riparazione e sostituzione per garantire la solidità dell'edificio per i i decenni a venire.
Sappiamo da anni, addirittura da decenni, che l'attività umana ha un impatto devastante nonché duraturo sull'ambiente. Le decisioni prese durante la conferenza di quest'anno influenzeranno il settore edilizio, ma non dovrebbero essere considerate d'impedimento. Al contrario, devono essere considerate un'opportunità per rilanciare il settore e costruire abitazioni, infrastrutture e città più ecologiche, come richiesto dai cittadini.
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Sarah Chase
Global Content Marketer